Alzi la mano chi, da bambina, non si è travestita nemmeno una volta da Dama, nei giorni di Carnevale. Inutile negarlo, agli occhi di noi piccine, quelle donne dagli abiti lunghi e i capelli sempre perfettamente acconciati erano la perfezione e chiunque, avrebbe fatto di tutto per diventare come loro, un giorno. Chissà se anche l’infanzia di Hilary Mantel, scrittrice e critica inglese, è stata segnata da questo stesso sogno e chissà cosa ha provato quando nel 2014 ha ricevuto il titolo di “Dama Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico” «per i servizi resi alla letteratura». Ma… Cosa avrà fatto di tanto importante questa scrittrice per meritare un titolo così altisonante e che i comuni mortali possono solo sognare durante la notte? Scopriamolo Insieme.
Hilary Mantel è nata a Glossop il 6 Luglio del 1952, si è laureata in Giurisprudenza nel 1973 e tra un impegno lavorativo e l’altro, è riuscita a diventare la prima e unica donna ad aver ricevuto due volte il Man Booker Prize per i grandi successi ottenuti con Wolf Hall e Bring Up the Bodies.
I libri che hanno permesso a questa straordinaria autrice di essere nota in tutto il mondo sono davvero tanti e tutti o quasi, ci sono stati proposti da Fazi editore. Qualche consiglio di lettura?
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Anna Bolena, una questione di Famiglia;
- La storia segreta della rivoluzione;
- Triologia di Thomas Cromwell;
- Al di là del nero.
Tra i numerosi titoli, quello che ho scelto di leggere e farvi conoscere è proprio l’ultimo nato in casa Fazi, Al di là del nero, approdato nelle librerie a Febbraio 2016 e tradotto per noi da Giuseppina Oneto.
Scheda Tecnica del libro
Autore: Hilary Mantel
Titolo: Al di là del nero
Collana: Le strade
Numero Collona: 277
Pagine: 494
Codice Isbn: 9788876259647
Prezzo E-Book: € 9.99
Data Pubblicazione: 18-02-2016
Trama: Nell’Inghilterra degli anni 90, in un mondo in cui non si crede nemmeno all’ovvio, Alison si guadagna da vivere come sensitiva. Il suo compito è quello di rassicurare chi si rivolge a lei in cerca di risposte e per svolgerlo al meglio, è disposta a tutto, anche a mentire. A tenerle compagnia, oltre agli innumerevoli defunti che la tormentano con le loro chiacchiere inutili e offensive, ci sono Morris, lo spirito guida che la segue da quando era bambina e Colette, un’assistente tanto preparata quanto fredda e insensibile.
Recensione completa di riassunto e commento personale. Allerta spoiler.
Al di là del nero è un romanzo umoristico, a tratti horror, scritto in terza persona da un narratore esterno ai fatti. La storia si apre con una serie di dialoghi tratti dalle sedute medianiche della giunonica Alison e da subito è possibile capire come la presenza di Colette nella sua vita, sia necessaria. Più che una semplice assistente infatti, Colette è una donna tutto fare e i suoi compiti spaziano dall’accompagnarla in giro per tutta l’Inghilterra al prepararle da mangiare, dall’occuparsi delle questioni burocratiche al consolarla quando gli spiriti si impossessano di lei. Nello svolgersi della vicenda, le due donne sono accompagnate e infastidite dalla presenza costante di Morris, spiritello birbante che non perde occasione per infilare un calzino puzzolente sotto al naso di Colette o per interrompere i brevi riposi notturni di Alison con urla immotivate. A questo punto del racconto i tre protagonisti principali iniziano a suscitare nel lettore i primi sentimenti, tutti contrastanti tra loro: si prova simpatia per Morris e ci si domanda cosa combinerà nelle pagine a venire, si odia Alison perché appare come la classica datrice di lavoro che pagando lo stipendio alla sua dipendente, crede di poterle chiederle qualsiasi cosa a qualsiasi ora di giorno, compreso un bicchiere d’acqua nel colmo della notte e si prova compassione per Colette che pur di guadagnare qualcosa di cui vivere, ha annullato se stessa. Nella seconda parte di Al di là del nero le due donne decidono di comprare casa e grazie ad una serie di accorgimenti adottati da Colette, Alison riesce ad arricchirsi sempre più. Qui, attraverso una serie di domande davanti ad un registratore, si viene a conoscenza di alcune informazioni che contribuiscono a far cambiare il proprio punto di vista sui personaggi: si scopre ad esempio di come Alison, grazie alle sue doti di sensitiva, abbia salvato la neo divorziata Colette dalla solitudine e dalla disperazione chiedendole di lavorare per lei e di come sotto al suo immancabile sorriso si nasconda un’infanzia quasi del tutto rimossa e fatta di violenze fisiche e psicologiche. Colette, che inizialmente provava affetto per Alison, inizia ad odiarla e non perde occasione per offenderla pesantemente; «Arrivata a metà salita a momenti ti trascinavi sulle ginocchia: ti saresti dovuta vedere! Quanto hai fatto con quell’andatura da papera, un chilometro e mezzo? Una distanza del genere dovresti percorrerla di corsa con dei pesi attaccati addosso se vuoi vedere qualche miglioramento! Guardati, col fiatone e tutta sudata!” è solo una tra le cose meno offensive che le dice. Alison invece, sempre buona e altruista, cerca di compiere il maggior numero di buone azioni possibili e anche a costo di far infuriare la sua coinquilina, ospita di nascosto nel capanno degli attrezzi Mart, un giovane senza tetto. In questo frattempo, Morris, che si era allontanato per seguire un corso che gli avrebbe permesso di avanzare di livello, torna a casa in compagnia degli amici che avevano fatto parte del suo giro quando era in vita. Con l’arrivo di questi nuovi spettri, l’aria si fa sempre più tesa e di lì a scoprire che il corso che hanno seguito non è stato tenuto da Dio, ma da Satana in persona, il passo è breve. Il loro compito, adesso, è quello di fare fuori chi è considerato inutile e quando uccidono Mart impiccandolo nel giardino delle due donne, arriva la grande svolta: Colette scappa via terrorizzata e torna a vivere con l’ex marito ed Alison comincia a lavorare su stessa per cambiare la sua vita in meglio. Rimasta sola, pratica su se stessa un particolare tipo di massaggio che le permette di ricordare tutto ciò che ha vissuto da bambina: la madre, una prostituta che a fine mese arrotondava lo stipendio provocando aborti, in cambio di pochi spiccioli permetteva ai suoi clienti, che altri non erano se non Morris e i suoi amici, di violentare e seviziare la figlia e se Alison era cresciuta percependosi come cattiva, era stato perché un giorno, per difendersi da uno stupro aveva cavato l’occhio ad un cliente. Cambiando opinione di se stessa, riesce finalmente a liberarsi di Morris e del resto della compagnia e come nuovo Spirito Guida, le viene affiancata una coppia di dolci vecchiette sempre pronte a prepararle dolci e farla sentire importante. Alla fine del racconto il punto di vista sui personaggi viene completamente stravolto: Colette viene finalmente vista per quello che è realmente, ossia una donna fredda e senza un minimo di tatto, che pur di guadagnare è pronta a tutto, a Alison viene riconosciuta la sua sensibilità e dolcezza nonostante le ingiustizie che ha subito per anni e Morris, beh, Morris è il demonio che almeno una volta ha popolato gli incubi di ognuna di noi. Questo racconto, che nelle ultime pagine abbonda di sangue, fettine di carne date in pasto ai cani, corpi nascosti nella vasca da bagno e assassini a piede libero, è uno di quelli che alla fine ti prende completamente, uno di quelli che quando arrivi all’ultima pagina piangi perché è come se venissi tagliato fuori da qualcosa di cui facevi parte. Mi è piaciuto. Mi è piaciuto cambiare sempre idea sui personaggi e mi sono piaciuti quei rari tocchi di puro amore, come quello in cui l’unica preoccupazione di uno spirito guida che viene brutalmente picchiato da un altro, è tenere al sicuro dai colpi la bambolina che ha preso per la sua sensitiva perché immagina la gioia nei suoi occhi nel momento in cui la riceverà e non può fare a meno di resistere e lottare per rendere quella felicità reale. Preciso che 494 pagine scritte dell’eccellente e pluripremiata Mantel non possono essere riassunte e presentate in poche righe stilate da una mano inferma e incapace come la mia che altro non può se non distruggere tutta la bellezza del racconto, ma spero ugualmente di avervi reso l’idea della grandezza di questo libro e di avervi invogliate alla letture. Ringrazio ancora una volta Fazi Editore per aver fatto di me una persona leggermente più colta e sensibile, è il regalo più bello che si possa fare a qualcuno.
Recensione completa di riassunto e commento personale. Allerta spoiler.
Al di là del nero è un romanzo umoristico, a tratti horror, scritto in terza persona da un narratore esterno ai fatti. La storia si apre con una serie di dialoghi tratti dalle sedute medianiche della giunonica Alison e da subito è possibile capire come la presenza di Colette nella sua vita, sia necessaria. Più che una semplice assistente infatti, Colette è una donna tutto fare e i suoi compiti spaziano dall’accompagnarla in giro per tutta l’Inghilterra al prepararle da mangiare, dall’occuparsi delle questioni burocratiche al consolarla quando gli spiriti si impossessano di lei. Nello svolgersi della vicenda, le due donne sono accompagnate e infastidite dalla presenza costante di Morris, spiritello birbante che non perde occasione per infilare un calzino puzzolente sotto al naso di Colette o per interrompere i brevi riposi notturni di Alison con urla immotivate. A questo punto del racconto i tre protagonisti principali iniziano a suscitare nel lettore i primi sentimenti, tutti contrastanti tra loro: si prova simpatia per Morris e ci si domanda cosa combinerà nelle pagine a venire, si odia Alison perché appare come la classica datrice di lavoro che pagando lo stipendio alla sua dipendente, crede di poterle chiederle qualsiasi cosa a qualsiasi ora di giorno, compreso un bicchiere d’acqua nel colmo della notte e si prova compassione per Colette che pur di guadagnare qualcosa di cui vivere, ha annullato se stessa. Nella seconda parte di Al di là del nero le due donne decidono di comprare casa e grazie ad una serie di accorgimenti adottati da Colette, Alison riesce ad arricchirsi sempre più. Qui, attraverso una serie di domande davanti ad un registratore, si viene a conoscenza di alcune informazioni che contribuiscono a far cambiare il proprio punto di vista sui personaggi: si scopre ad esempio di come Alison, grazie alle sue doti di sensitiva, abbia salvato la neo divorziata Colette dalla solitudine e dalla disperazione chiedendole di lavorare per lei e di come sotto al suo immancabile sorriso si nasconda un’infanzia quasi del tutto rimossa e fatta di violenze fisiche e psicologiche. Colette, che inizialmente provava affetto per Alison, inizia ad odiarla e non perde occasione per offenderla pesantemente; «Arrivata a metà salita a momenti ti trascinavi sulle ginocchia: ti saresti dovuta vedere! Quanto hai fatto con quell’andatura da papera, un chilometro e mezzo? Una distanza del genere dovresti percorrerla di corsa con dei pesi attaccati addosso se vuoi vedere qualche miglioramento! Guardati, col fiatone e tutta sudata!” è solo una tra le cose meno offensive che le dice. Alison invece, sempre buona e altruista, cerca di compiere il maggior numero di buone azioni possibili e anche a costo di far infuriare la sua coinquilina, ospita di nascosto nel capanno degli attrezzi Mart, un giovane senza tetto. In questo frattempo, Morris, che si era allontanato per seguire un corso che gli avrebbe permesso di avanzare di livello, torna a casa in compagnia degli amici che avevano fatto parte del suo giro quando era in vita. Con l’arrivo di questi nuovi spettri, l’aria si fa sempre più tesa e di lì a scoprire che il corso che hanno seguito non è stato tenuto da Dio, ma da Satana in persona, il passo è breve. Il loro compito, adesso, è quello di fare fuori chi è considerato inutile e quando uccidono Mart impiccandolo nel giardino delle due donne, arriva la grande svolta: Colette scappa via terrorizzata e torna a vivere con l’ex marito ed Alison comincia a lavorare su stessa per cambiare la sua vita in meglio. Rimasta sola, pratica su se stessa un particolare tipo di massaggio che le permette di ricordare tutto ciò che ha vissuto da bambina: la madre, una prostituta che a fine mese arrotondava lo stipendio provocando aborti, in cambio di pochi spiccioli permetteva ai suoi clienti, che altri non erano se non Morris e i suoi amici, di violentare e seviziare la figlia e se Alison era cresciuta percependosi come cattiva, era stato perché un giorno, per difendersi da uno stupro aveva cavato l’occhio ad un cliente. Cambiando opinione di se stessa, riesce finalmente a liberarsi di Morris e del resto della compagnia e come nuovo Spirito Guida, le viene affiancata una coppia di dolci vecchiette sempre pronte a prepararle dolci e farla sentire importante. Alla fine del racconto il punto di vista sui personaggi viene completamente stravolto: Colette viene finalmente vista per quello che è realmente, ossia una donna fredda e senza un minimo di tatto, che pur di guadagnare è pronta a tutto, a Alison viene riconosciuta la sua sensibilità e dolcezza nonostante le ingiustizie che ha subito per anni e Morris, beh, Morris è il demonio che almeno una volta ha popolato gli incubi di ognuna di noi. Questo racconto, che nelle ultime pagine abbonda di sangue, fettine di carne date in pasto ai cani, corpi nascosti nella vasca da bagno e assassini a piede libero, è uno di quelli che alla fine ti prende completamente, uno di quelli che quando arrivi all’ultima pagina piangi perché è come se venissi tagliato fuori da qualcosa di cui facevi parte. Mi è piaciuto. Mi è piaciuto cambiare sempre idea sui personaggi e mi sono piaciuti quei rari tocchi di puro amore, come quello in cui l’unica preoccupazione di uno spirito guida che viene brutalmente picchiato da un altro, è tenere al sicuro dai colpi la bambolina che ha preso per la sua sensitiva perché immagina la gioia nei suoi occhi nel momento in cui la riceverà e non può fare a meno di resistere e lottare per rendere quella felicità reale. Preciso che 494 pagine scritte dell’eccellente e pluripremiata Mantel non possono essere riassunte e presentate in poche righe stilate da una mano inferma e incapace come la mia che altro non può se non distruggere tutta la bellezza del racconto, ma spero ugualmente di avervi reso l’idea della grandezza di questo libro e di avervi invogliate alla letture. Ringrazio ancora una volta Fazi Editore per aver fatto di me una persona leggermente più colta e sensibile, è il regalo più bello che si possa fare a qualcuno.
è senzaltro da leggere
RispondiEliminaNon amo molto leggere. ....ma questo libro mi ha incuriosita tanto
RispondiEliminaDa grande appassionata di romanzi questo è di sicuro da leggere
RispondiEliminaAdoro leggere,peccato che ho molto poco tempo per leggere,sicuramente devo leggere questo romanzo mi sei incuriosita moltissimo grazie.
RispondiEliminaMi piace molto leggere,ma peccato che non ho mai tempo. Questo mi sembra molto bello.
RispondiEliminaDa leggere
RispondiEliminaDa leggere
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